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LA RU486 COME RISPOSTA ALL’EMERGENZA ABORTO

La RU486 come risposta all’emergenza aborto

Le voci di chi ha voluto interrompere la gravidanza in queste settimane in Italia e ha voluto condividere la sua esperienza con noi, ci raccontano una situazione disastrosa: interi reparti di IVG hanno sospeso il servizio anche a causa della riconversione totale di alcuni ospedali a COVID-19, mentre molti consultori non sono più raggiungibili nemmeno al telefono. Tutto ciò, senza comunicazioni chiare da parte delle ASL e in un contesto che è in continua evoluzione. Già dai primi giorni, le segnalazioni di disservizi riguardano praticamente ogni regione dal Nord al Sud Italia: non solo in Lombardia dove le provincie di Lodi e Milano risultano essere quelle maggiormente coinvolte ma anche dalla Toscana, dal Lazio, dalla Campania, dall’Abruzzo e dal Veneto.

Questo non crediamo sia solo frutto dell’attuale emergenza ma il risultato di un problema strutturale: l’accesso all’aborto è sempre stato ostacolato e ostracizzato. Non sono mai state prese misure contenitive alla massiccia presenza di medici obiettori,e i tagli alla sanità pubblica hanno portato alla chiusura di molti reparti di IVG e consultori pubblici, che ricordiamo dovrebbero essere uno ogni 20.000 abitanti secondo la 194.

Per far fronte ad un iter già complesso e ad un’emergenza che sta colpendo tutte e tutti, è necessario che il governo permetta la prescrizione della pillola RU486 nei consultori favorendo così l’aborto a casa, come già avviene in altri Paesi, invece di obbligare le utenti al ricovero ospedaliero. Questa emergenza ci deve far riflettere su quello che già prima non funzionava e che, in pandemia, ci sta esplodendo tra le mani. Non vogliamo tornare a quella normalità che ci siamo lasciate alle spalle: per questo, chiediamo un radicale ripensamento dei tempi di attesa imposti dalla legge 194/78 e dell’accessibilità all’aborto farmacologico.

Guardando oltre questa fase emergenziale, infatti, l’estensione dell’accesso e dell’applicazione dell’aborto farmacologico in ambito extraospedaliero tutelerebbe l’autonomia e la libertà di scelta di chi vuole interrompere una gravidanza e garantirebbe una maggiore sicurezza, offrendo maggiore tempestività dell’intervento e minori rischi di complicazioni.

SOS ABORTO!