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IN EMERGENZA SANITARIA I TEMPI PER ABORTIRE SI ALLUNGANO? ELIMINIAMO LA SETTIMANA DI RIFLESSIONE!

Eliminare la settimana di riflessione

Se una donna decide di interrompere una gravidanza e “non viene riscontrato il caso di urgenza, il medico del consultorio, o della struttura socio-sanitaria o il medico di fiducia […] la invita a soprassedere per sette giorni”, come riportato nella legge 194/78.

L’idea alla base è quella di dire alla donna, che ha già deciso di abortire, di aspettare, di rifletterci sopra, di prendersi una settimana intera per pensarci. La si rimanda a casa con un tacito ma evidente monito: “Pensaci bene! E se poi te ne dovessi pentire?”. Se quella stessa donna decidesse invece di proseguire la gravidanza, nessuno le chiederebbe di aspettare, a nessuno passerebbe di mente di chiederle “E se poi te ne dovessi pentire?”.

Non vogliamo soprassedere per sette giorni, vogliamo che l’accesso all’interruzione di gravidanza sia garantito e sgombro da ostacoli, esattamente come lo è quello al proseguimento della gravidanza. Vogliamo servizi che non ci giudichino sulla base di una nostra scelta, vogliamo l’accesso all’IVG in tempi brevi e senza imposizioni che ci fanno perdere tempo; vogliamo che la scelta sui nostri corpi spetti solo a noi, senza paternalismi né restrizioni. Non vogliamo inutili restrizioni mascherate da misure approvate “per il nostro bene”, esattamente com’è la settimana di riflessione.

Non vogliamo soprassedere per sette giorni, vogliamo non dover rendere conto della nostra scelta, sui nostri corpi. Il percorso di IVG era già complesso prima dell’emergenza sanitaria: se decido di abortire, quello che ho davanti è un percorso ad ostacoli che dipende da troppe variabili: dove abito, quanto sono autonoma, quanto posso spagearmi, quanto e se posso assentarmi dal lavoro, quanto sostegno ho dalle persone su cui posso contare, chi mi può aiutare, quanti sono gli obiettori che incontro, quali sono i tempi di attesa. Vogliamo essere libere di scegliere sulle nostre vite e percorrere la strada che abbiamo scelto in sicurezza, senza ostacoli.

Vogliamo eliminare la settimana di riflessione e vogliamo eliminarla ora perché l’interruzione di gravidanza, un servizio il cui accesso è già incerto in situazioni ordinarie, è una procedura medica che assume un’urgenza straordinaria durante questa emergenza sanitaria, essendo indifferibile, non rimandabile a data da destinarsi.

Vogliamo eliminarla ora perché in emergenza sanitaria le limitazioni agli spageamenti, l’accessibilità ridotta agli studi medici, ai consultori e agli ospedali sono ostacoli reali che dilatano i tempi.

Vogliamo eliminarla ora perchè un’emergenza sanitaria impone di rivedere i percorsi assistenziali per continuare a garantirne l’accesso nei modi e nelle forme più sicure, efficaci e fruibili da tutte.

S.O.S ABORTO! Siamo in una situazione di emergenza, ascoltateci!

S.O.S ABORTO! Vogliamo restare vive!