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F.A.Q.


Che cos’è la pillola del giorno dopo?

La contraccezione d’emergenza, o contraccezione post-coitale, rappresenta una metodica di supporto, dal momento che il suo utilizzo è inteso non come metodo contraccettivo abituale, ma limitato a situazioni a rischio di gravidanza in seguito a un rapporto non adeguatamente protetto (es. rottura del profilattico durante il rapporto etc.). La pillola va assunta il prima possibile dopo il rapporto a rischio gravidanza.
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Se mi venisse negata la pillola, quali sono i miei diritti, e cosa fare?

La pillola del giorno dopo (e dei cinque giorni dopo), in quanto contraccettivo non abortivo, non può essere negata al momento della richiesta. Qualora il medico o farmacista si rifiuti, appellandosi all’obiezione di coscienza (Art. 9 194/1978), viene commessa illegittimità (penalmente perseguibile) nociva per la persona e al diritto di autodeterminazione di ognun*. Questo perché la norma che disciplina l’obiezione di coscienza in ambito medico riguarda l’interruzione di gravidanza (aborto), la quale si dice cominciata a partire dall’innesto dell’ovulo nella cavità uterina. Invece, la pillola del giorno dopo agisce alternativamente prevenendo l’ovulazione o, qualora l’ovulo sia già stato fecondato, modificando la cavità uterina in modo da impedire l’annidamento dell’ovulo stesso. Se invece l’ovulo si è già innestato, e quindi è iniziata una gravidanza, la PDGD non avrà alcun effetto. È dunque totalmente illegittimo fare ricorso all’obiezione di coscienza.

Se, in Farmacia, mi viene detto che l’hanno terminata?

Purtroppo, è pratica comune di molti farmacisti far finta di averla terminata. E, inoltre, non è possibile per la singola controllare di persona la disponibilità della farmacia. In questo caso, dato che la pillola va assunta nel più breve tempo possibile, bisogna recarsi velocemente o in un’altra farmacia o in guardia medica. Resta il fatto che i farmacisti sono sempre obbligati a fornirti la pillola (senza ricetta, in caso di maggiore età), come da art. 38 del R.D. del 30 settembre 1938. Ricordati di segnalare anche casi come questi, specificandolo, su Twitter e Facebook al profilo “Obiezione Respinta”.

Da minorenne, posso richiedere la pillola del giorno dopo?

Come sanciscono gli art. 2 e 14 della legge n. 194/78, la pillola può essere somministrata anche alle minori senza che siano presenti i genitori, dopo che queste, al contrario delle maggiorenni, sia siano dotate di una prescrizione medica, reperibile presso i consultori, i quali sono obbligati ad fornirla a chiunque ne faccia richiesta. Per maggiori info qui

RU486


Che cos'è?

La pillola Ru486 è il nome commerciale di un medicinale per dare alle donne un’opzione non chirurgica per l’interruzione della gravidanza nel pieno rispetto della legge 194. Il nome del farmaco è Mifegyne (Mifeprostone) della Exelgyne.

Dove può essere somministrata?

La pillola abortiva può essere somministrata solo in ambito ospedaliero e con obbligo di ricovero dal momento dell’assunzione del farmaco sino alla certezza dell’avvenuta interruzione della gravidanza escludendo la possibilità che si verifichino successivi effetti teratogeni. Non può essere utilizzata a casa lontano dallo supervisione del medico.

Come funziona?

Può essere assunta tra la settima e la nona settimana. La pillola agisce sul progesteone, un ormone che favorisce e assicura il mantenimento della gravidanza per le sue diverse azioni sulle strutture uterine, bloccandone l’azione. Per aumentare l’efficacia della molecola serve un’altra sostanza: la prostaglandina (il prodotto più usato è il misoprostol). L’associazione mifepristone/misoprostol rappresenta la modalità più diffusa per l’induzione dell’aborto medico ed è stata inserita nell’elenco dei farmaci essenziali per la salute riproduttiva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2006. la paziente assume due farmaci: il mifepristone prepara il terreno e la prostaglandina, somministrata due giorni dopo, provoca l’espulsione del materiale abortivo entro poche ore. In qualche caso l’espulsione può verificarsi già prima dell’assunzione della prostaglandina o nei giorni successivi. Una seconda dose di prostaglandina riduce la percentuale di espulsioni tardive e aumenta l’efficacia”. L’espulsione del materiale abortivo avviene mediante sanguinamento e contrazioni. Qualora non funzioni si deve poi ricorrere al raschiamento tradizionale. La pillola abortiva interferisce con i recettori per il progesterone, bloccandoli: impedendo l’azione di questo ormone protettivo della gravidanza, induce un aborto chimico. Inibisce lo sviluppo dell’embrione e favorisce il distacco ‘a stampo’ del sacco che contiene l’embrione dalla mucosa interna dell’utero (l’endometrio), su cui proprio l’embrione si radica, con un meccanismo simile alla mestruazione.

Effetti collaterali:

Gli studi condotti riportano una serie di effetti collaterali legati principalmente all’utilizzo delle prostaglandine: il dolore di tipo crampiforme che può variare da nulla a forte e aumenta in prossimità dell’espulsione, riducendosi nettamente subito dopo. Poi nausea (34-72%), vomito (12-41%) e diarrea (3-26%). Il sanguinamento, massimo al momento dell’espulsione, è variabile per quantità e durata, con perdite ematiche che persistono per almeno una settimana e, in forma ridotta, anche più a lungo. Le complicanze severe sono rare e riconducibili al sanguinamento importante con necessità di emostasi chirurgica (0,36-0,71%). In pratica gli effetti collaterali ci sono, ma sono minori rispetto all’aborto chirurgico (che a differenza della somministrazione della pillola abortiva ammortizza i dolori durante l’operazione tramite l’anestesia)