Informazioni
L’italia si colloca in cima alla lista dei paesi col maggior numero di obiettori di coscienza negli ospedali pubblici. A queste statistiche mancano tutti i farmacisti che, illegalmente, si dichiarano obiettori in maniera informale e si rifiutano di vendere la pillola del giorno dopo/dei cinque giorni dopo. Di fronte all’aumento dei casi di obiezione, violenza ostetrica e disinformazione generale su pratiche medico/sanitarie rivolte a donne e alle soggettività lgbtqi , abbiamo sentito la necessità di creare una piattaforma autogestita che permetta di denunciare i luoghi dove si esercita l’obiezione di coscienza (e non solo) e allo stesso tempo offra un servizio gratuito di accesso a informazioni che comunemente non risultano facilmente reperibili (servizi, orari di apertura… ecc.).
L’articolo 9 della 194 parla di diritto all’obiezione di coscienza. Se l’obiezione di coscienza viene intesa solo come diritto, forse dobbiamo capire cosa voglia dire “diritto”. In una società fortemente patriarcale e capitalista con diritto si intende tutto ciò che al uomo eterosessuale bianco viene concesso di fare. Non hanno invece diritto le donne di scegliere sul proprio corpo, non hanno diritto di autodeterminazione sulla propria vita, sulle loro scelte, sulla loro sessualità. L’articolo 9 della 194 parla di “diritto all’obiezione”, un diritto sul corpo di altre, quando dovremmo parlare invece di diritto alla sanità gratuita e garantita a tutt*, senza distinzione di età, etnia e senza una classificazione binaria di genere M-F. Dovremmo parlare di Consultori come luoghi dove le scelte sui nostri corpi non vengano filtrate da associazioni cristiane o pro-life, dove l’aborto non sia incanalato in un percorso psicologico e di motivazione, dove la sessualità e il piacere femminile non siano tabù.
Perché l’obiezione è solo uno dei tanti volti di quella che chiamiamo violenza di genere: viviamo in una società che tramite un welfare familistico e non universale non ci permette di autodeterminarci e pertanto ci relega all’interno di un nucleo familiare o di una relazione. Una società che attraverso la violenza istituzionale, giuridica, culturale, continua a privare le donne della possibilità di scegliere sul proprio corpo, considerando la sessualità femminile finalizzata solo alla riproduzione.
C’è bisogno di più informazione, e autoformazione che venga dal basso, dal confronto tra tutte noi. Per questo, abbiamo pensato alla creazione di questa mappa dove le nostre esperienze e le nostre conoscenze vengono messe al servizio di tutte, creando un percorso che vada a sanzionare tutti quei luoghi che ci privano del diritto di scegliere e di autodeterminarci.
La vostra “coscienza” è un peso che dobbiamo pagare noi, quando in farmacia non ci date la pillola del giorno dopo, quando negli ospedali vi rifiutate di prescriverci la RU486, quando ci impedite di abortire o ci costringete in situazioni ostetriche disumane, perché considerate una donna che abortisce non degna di definirsi tale dopo aver rifiutato il ruolo e il “dono” che le è stato dato, quello di essere madre. Con questa mappa segnaleremo tutte le farmacie, gli ospedali, i consultori, i medici obiettori di coscienza, e potrete farlo voi stesse/i. Questo servizio è di tutte e tutti, saremo noi insieme ad attivarci affinché la sanità non sia un altro campo dove la violenza di genere viene esercitata. Obiezione respinta! Sul nostro corpo, sulla nostra sessualità decidiamo noi.